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+40 Team Overforty®

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Guida all’Enduro Sostenibile ed Eco-Compatibile

Gli autori di questo documento, in primis Ottorino Piccinato, Marco Forese, Sandro

Gozzi, Emanuele Motta, Beppe Bonardi, Silvano Tramonte e molti altri ancora, ti ringraziano

per la lettura e, soprattutto, per l’applicazione di quanto proposto.

Questo documento si rivolge a tutti gli appassionati di enduro e ha lo scopo di

impartire alcune raccomandazioni e norme di comportamento per la pratica di questo nostro

amato sport.

L’enduro è uno sport meraviglioso che oggi incontra però molti ostacoli. I percorsi in

cui è accettato l’enduro sono sempre meno, soprattutto nel Nord Italia. L’endurista è visto

come un fracassone, un inquinatore, un disturbatore della quiete pubblica, uno, quindi, da

additare e da screditare.

Purtroppo il fuoristrada è vietato quasi ovunque, che ci piaccia o no. Per cui è difficile

il confronto con chiunque, a livello legale. Sarebbe vietato anche abbandonare frigoriferi, ma

quelli non li beccano mai. Beccano le moto perché è facile individuarle e sentirle arrivare. E poi

perchè gli idioti tra noi non sono pochi.

Quindi avremo sempre più gente contro.

Magari ingiustificatamente, ma è così.

Sbancare una montagna per una funivia fa infuriare molte persone, ma porta anche

molti introiti.

Un'impennata in paese, o una sgassata in un bosco, invece, fa infuriare e basta.

Quindi....

Il +40 Team Overforty®, in risposta a questa situazione, propone la pratica di un

Enduro Sostenibile ed Eco-compatibile.

Le regole contenute in questo documento sono semplici e di facile applicazione: i Piloti

del +40, oltre ad applicarle, si sentono in dovere di “educare”, nel senso di informare, i colleghi

dell’endurata quotidiana della loro esistenza.

 

Esiste un testo intitolato "Trial e motoalpinismo", di Piero Kuciukian, Longanesi,

1982.

E’ interessante leggere come già più di vent'anni fa ci si cominciasse a porre il

problema delle regole, anche se la situazione non era certo degenerata come oggi.

Questo documento ne riporta alcuni passi significativi, fortemente integrati dalle

considerazioni più recenti, fatte a fronte di una situazione che si è venuta a creare e alla quale

noi Piloti Overforty abbiamo il dovere di portare rimedio, per chiudere la stalla prima che

scappino i buoi e non dopo.

 

Premessa

La pratica del fuoristrada in moto non è tollerata ovunque.

Anzi, esistono molte restrizioni in merito.

E' allo studio in Parlamento una proposta di legge della FMI

http://www.senato.it/bgt/ShowDoc.asp?leg=14&id=00115356&tipodoc=Ddlpres&mod

o=PRODUZIONE

che consenta la circolazione regolamentata in modo univoco su tutto il territorio

nazionale, relativamente alle strade a fondo naturale.

Non è ancora legge: sono vigenti normative regionali differenti da territorio a

territorio, per cui nonostante tutto, siamo dalla parte del torto.

Questa guida vuole darvi una mano ad avere il minore impatto ambientale possibile e

migliorare l'immagine dell'endurista.

 

Considerazioni generali

La proposta di legge a cui si fa riferimento pone in essere una importante distinzione:

ogni sentiero con larghezza di un metro e trenta può essere equiparato a strada a fondo

naturale.

Per cui da qui in poi parleremo di strada convenendo che si tratta di fondo naturale,

ma non di fuoripista.

La distinzione è fondamentale per potere tentare un dialogo con gli altri utenti e i

detrattori (guardie forestali, ecc).

Il fuoripista, l'entrare nel bosco indiscriminatamente, nelle coltivazioni, nelle proprietà

private, è da evitare nella maniera più totale.

In Italia, dove le montagne non mancano, sono possibili centinaia di itinerari

enduristici, dai più facili ai più impegnativi, lungo strade militari, sentieri, mulattiere, tra zone

incantevoli o addirittura deserte, abbandonate dai montanari scesi in città in cerca di vita

diversa.

E’ opportuno ribadire il concetto che il libero uso di questo vastissimo patrimonio

viabilistico da parte dei mezzi motorizzati dipende strettamente dal grado di educazione di chi

usa tali mezzi.

Bastano infatti pochi scriteriati su una di queste strade per veder spuntare poco dopo

divieti e sbarramenti in tutta la zona, con conseguente danno per tutti gli appassionati.

Il grande sviluppo della pratica motofuoristradistica unito alla immaturità civica di una

certa percentuale di praticanti sta mettendo in un allarme eccessivo autorità, enti e proprietari

di fondi.

In molte zone sono già apparsi i famigerati e non del tutto legali cartelli di divieto di

transito ai motocicli.

Per arginare questa campagna e per non dare ai nostri denigratori l’occasione per

eventuali azioni future, elenchiamo alcune norme di comportamento che, se osservate,

consentiranno di mantenerci in buoni rapporti con i nostri "antagonisti".

 

 

Il Rumore

Il nemico numero uno del motociclismo è sempre stato, ed è tuttora, il rumore;

nessun altro aspetto dello sport motociclistico ha dato origine a tante ordinanze e divieti

quanto l’inutile, stupido e ridicolo rumore che alcuni incoscienti "cavano fuori" dalle proprie

motociclette.

Infatti la maggior parte delle moto fa rumore; e questo è un problema perché, a parte

ad alcuni di noi, il rumore non piace a nessuno e fa sì che tutti, sempre di più, si mettano

contro il motociclista/endurista.

Inoltre il rumore della nostra moto impedisce di sentire la presenza degli altri

occupanti il territorio.

Non manomettiamo i silenziatori originali. I moderni motori sono silenziati in modo da

ottenere le migliori prestazioni in un ampio arco del numero di giri.

Inoltre una moto silenziosa fa apparire più "signore" il suo proprietario.

Quindi, più silenzioso è il mezzo, e più garbata è la guida, meglio è.

Sarebbe meglio utilizzare scarichi a norme codice della strada ma ciò che incide di più

è lo stile di guida. Uno scarico a norma FMI può passare inosservato se chi guida non tuona a

ciel sereno!

 

Fumosità dei due tempi

La miscela per i motori due tempi dovrà essere fatta nelle proporzioni esatte indicate

dal costruttore. L’eccesso di olio è inutile e dannoso. Controlliamo spesso la carburazione:

meglio leggermente povera che ricca, specialmente se si sale a quote alte.

 

Coltivazioni

Non entriamo mai in campi coltivati o seminati, in prati da taglio, ecc.

Se non ci fossero alternative, costeggiare ai limiti, in fila indiana, cercando di lasciare

una sola traccia.

 

Il Bosco e i sentieri sono terreno di tutti

E’ proprio così, a partire da chi vuol farsi una passeggiata, da solo, col cane, con la

famiglia... tutti hanno il diritto alle escursioni.

I sentieri sono quindi frequentati anche da biciclette, cavalli, gitanti, cercatori di

funghi, e da veicoli motorizzati autorizzati (esempio carri agricoli, taglialegna, ecc...).

Chi si avventura su una mulattiera, lo fa sapendo che condivide lo spazio con altri: se

l'endurista deve evitare i frontali con i trattori, nondimeno deve fare attenzione a tutti gli altri

utenti.

 

 

Il rapporto con gli altri

Gli escursionisti sono coloro che ci capiscono meno, perché pensano che arriviamo

sulle cime senza fatica, da cannibali, portandovi quella motorizzazione che loro fuggono.

Non è solo per educazione, ma la cosa migliore è il massimo rispetto e cortesia:

salutare chiunque si incontri, rallentare o spegnere la moto, ringraziare chi si sposta per farci

passare, scusarsi sempre con chi eventualmente dovesse protestare: 99 su 100 hanno ragione

loro. Cerchiamo di evitare le polemiche. Nella migliore delle ipotesi ci guasteremmo solo la

giornata.

In un sentiero, incontrando qualcuno, è sempre meglio spegnere. Lasciamo che sia il

pedone a passarci a fianco. Se questi ci rivolge la parola, togliamoci il casco, sia per poter far

vedere che non siamo dei ragazzini scatenati, sia per portarci al loro livello. Infatti, il casco può

apparire come un’arma di difesa o di “offesa”. Il casco non deve apparire come uno scudo

verso il dialogo: noi non siamo Black Block e usiamo il casco solo per impedirci traumi da

cadute. Scopriremo che questo atteggiamento sarà apprezzato.

Immaginiamo sempre di trovarci nella condizione opposta, cioè di essere noi a piedi e

avremo immediatamente l'atteggiamento corretto.

A molti di noi saranno successi episodi di questo tipo: “Ieri ero tranquillo, ma, si sa,

ogni tanto si apre: sono arrivato in pieno all'imbocco di una curva e lì a bordo sentiero c'erano

tre persone che si erano spostate. Mi sono fermato, ho salutato, ho chiesto scusa. I primi 3

secondi di "incontro" erano neri... dopo il saluto e le scuse mi hanno salutato con un sorriso.

Poi sono partito piano piano e ho aperto solo dopo 30/40 secondi dall'incontro”

 

Contadini

Lavorano negli stessi luoghi che noi frequentiamo per divertirci e quindi devono avere

tutte le precedenze. Rallentare e salutare con un cenno è il minimo che dovremmo fare. A

meno di spiacevoli quanto sporadici episodi, non sono loro i nostri maggiori detrattori.

Proviamo a perderci e chiediamo loro un’informazione: noteremo che, nella

stragrande maggioranza dei casi, ci daranno tutte le indicazioni che vogliamo e che non

faranno alcun riferimento al fatto che siamo in moto.

 

Cavalli ed altri animali

Evitiamo i sentieri utilizzati da cavalli; se non si hanno notizie in merito, verifichiamo

gli indizi (cacca) sul sentiero: dove c'è cacca c'è cavallo.

Il cavallo si spaventa facilmente e ciò è un pericolo per tutti. Se si incontra un cavallo,

spegnere immediatamente la moto e fermarsi. Meglio ancora, togliere la moto dal sentiero e

attendere che i cavalli passino.

Se rispettati, i cavalieri possono essere tolleranti più di altri utenti.

Apparentemente molto diversi, in realtà hanno una affinità: cavalcano come noi per

diletto.

Con i cani facciamo soprattutto attenzione: generalmente il cane difende un territorio,

altrimenti non ci saremmo neppure accorti di lui. Ci evita, infilandosi nel fitto del bosco (lui ci

sente meglio).

E' probabile che tenti di mordere. Quindi attenzione nell'allontanarvi a salvare gli

stinchi e gli stivali ma anche a non mettere sotto l'animale: i danni sarebbero a carico nostro,

al dì là della moralità o meno dell'azione.

 

Mucche ed affini. Immaginiamo di essere degli allevatori all'interno del recinto con

100 vacche da latte. E immaginiamo passi una moto a gas aperto. Le mucche iniziano a

correre spaventate a morte senza fare caso all'allevatore travolgendolo; una mucca non pesa

20 Kg e 100 mucche che ti passano sopra non ti lasciano illeso!

Per non parlare poi delle mucche allo stato brado con vitello accanto. Questa non

scappa, ma ci rincorre e ci fa molto male!

Va anche detto che hanno paura molto più del 2T che del 4T, per il semplice motivo

che il 2T come rumore si avvicina alla mosca e sopratutto al moscone di cui loro hanno un gran

terrore.

 

Biciclette

Sempre massima attenzione. Durante gli incontri, mai dare gas in modo aggressivo o

per sparare sassate.

Alle bici bisognerebbe sempre dare strada il più possibile. Chi va in bici ha possibilità

di cambiare traiettoria e fermarsi molto ridotte rispetto a chi va in moto.

Se, ad esempio, stiamo salendo pedalando allo spasimo delle forze con la lingua fuori,

non sempre siamo in grado di variare la traiettoria.

Allo stesso tempo, nelle discese le bici non si fermano come una moto...

Per cui, quando incontriamo bici, rallentiamo a passo d'uomo e mettiamoci il più

possibile a destra. Al limite ci fermiamo.

Inoltre, se c'e' secco, in caso abbiamo sorpassato un ciclista nel km successivo

andiamo pianino in modo da non alzare un nuvolone di polvere che, mentre si pedala, non è

simpatica da mangiare a pieni polmoni. La stessa regola vale per l’incontro con i pedoni.

 

Attraversamenti nei centri abitati

Rallentiamo al massimo l’andatura, che peraltro dovrà essere più costante possibile,

mantenendo una distanza di circa cinque o sei metri fra i componenti, che procederanno in fila

indiana. Evitiamo di fare impennate ed altre esibizioni da circo.

Se vogliamo “darci del gas” facciamolo dove possiamo dimostrare di esserne

veramente capaci (fuoristrada) e dove siamo assolutamente certi che non rechiamo danno o

fastidio a nessuno.

 

Paesi, frazioni, cascine

Spesso si incontrano piccole frazioni o cascine andando in fuoristrada.

E' probabile che nelle vicinanze di queste ci siano mezzi agricoli e persone.

Persone significa anche bimbi a piedi o in bici, animali, auto e mezzi agricoli: ciò può

significare un frontale. Quindi, massima attenzione.

All'ingresso della frazione, gas al minimo e attraversiamo il paese a passo d'uomo,

anche più lentamente di quanto gli stessi abitanti del luogo procedono abitualmente.

Ricordiamoci che, oltre a “non fare”, è bene anche “far vedere chiaramente che… non

facciamo”.

Se stiamo per attraversare una cascina o un cortile, spegniamo il motore e

controlliamo se davvero non esistano percorsi alternativi.

 

Se decidiamo di procedere, non guasterebbe spegnere il motore e spingere (ci siamo

abituati, no?) e godersi, anche noi, il silenzio e la tranquillità del luogo: stiamo attraversando

una proprietà privata.

Se poi si scambiano quattro chiacchiere con una coppia di vecchietti abbiamo tutto da

guadagnarci. Enduro deve significare anche armonia.

Usciti dalla frazione, si riparte: possibilmente non spalancando il gas

immediatamente.

 

Non scappare!

Nel momento in cui ci fossero incontri poco graditi con persone infuriate o Forze

dell’Ordine, è fondamentale non scappare (a meno che non troviamo Dinamite Bla mentre

carica la doppietta): fa solo arrabbiare e basta.

Se ci beccano... ci beccano. In fin dei conti non abbiamo mica rubato niente.

La maggior parte delle volte si riesce a chiarire la cosa e al massimo si prende un

cicchetto.

Altre volte si incontrano persone apparentemente "contro" il "motocross nei boschi",

però la cosa si risolve quasi sempre bene.

Ci si ferma, si saluta, si fan due chiacchiere (con il forestale, il fungaiolo, il canista, il

biciclettaro, ecc...) e nella stragrande maggioranza dei casi la “disputa” si risolve in un "ciao,

ciao, buona giornata".

Se di solito si deve essere educati, se si è in torto lo dobbiamo essere ancora di più.

Per concludere: se scappiamo abbiamo sempre torto. Se ci si ferma e si parla,

possiamo far capire che non siamo animali.

 

Cancelli e sbarramenti

Frequentemente, lungo le carrarecce interpoderali o i tratturi boschivi, si incontrano

sbarramenti mobili realizzati con paletti verticali e filo spinato. La loro funzione è quella di

sbarrare il passaggio agli animali da pascolo e contenerli nelle aree recintate.

Si possono incontrare aperti o chiusi. Se sono aperti significa che:

1- Gli animali sono stati spostati. Lo sbarramento è ben accostato al bordo

lasciando il passaggio completamente libero.

2- Lo sbarramento è stato malamente aperto quanto basta a consentire il

passaggio di una moto. Di solito si trova abbandonato in mezzo al passaggio

Nel primo caso non è necessario chiuderlo; nel secondo caso è sempre meglio

chiuderlo. Prima di tutto per evitare un possibile danno causato da un “collega” ed in secondo

luogo per non rischiare di beccarsi la colpa del misfatto nel caso in qualcuno assista al nostro

passaggio.

Ovviamente nel caso in cui lo sbarramento si trovi chiuso, possiamo aprirlo, usando le

cautele necessarie a non danneggiarlo, per poi richiuderlo immediatamente dopo il passaggio

del gruppo e cercando di rimetterlo nelle medesime condizioni in cui lo abbiamo trovato.

 

 

Quando andare a girare

Dovremmo cercare di andare in giorni feriali, compatibilmente con i nostri impegni di

lavoro. Nei giorni di festa e nei fine settimana, sono molte le persone che escono dalle strade

asfaltate alla ricerca di pace, silenzio, funghi e fiorellini… e non certo di persone che aprono a

manetta e scatenano tutti i loro cavalli.

Quindi, se possibile, meglio il feriale.

Orari: a meno che non si debba fare un giro che ci impegna tutta la giornata, è

preferibile uscire presto al mattino, in ore in cui gli altri possibili frequentatori delle “nostre”

aree sono meno frequenti.

Inoltre, vi sono periodi dell’anno in cui certe zone sono molto frequentate. In linea di

massima, una bella collina vicino alla città sarà molto meno frequentata in inverno o con la

pioggia. D’altronde l’endurista è abituato un po’ a soffrire, no?

 

Dove andare a girare

Programmiamo le nostre uscite in luoghi impervi e difficili da raggiungere:

incontreremo meno persone, saremo meno individuabili e, inoltre, probabilmente dovremo

inerpicarci su sentieri difficili. Quindi sarà un’ottima occasione per allenarci e per esplorare e

vivere una natura più selvaggia: noi sappiamo bene che, se ci comportiamo correttamente,

non facciamo alcun danno. Meglio non dare nell’occhio.

 

Percorsi

Evitiamo i percorsi a circuito, da fare più volte; molto meglio un itinerario più disteso

che abbia una sola partenza e un solo arrivo.

Accertarsi di arrivare nei pressi di un benzinaio aperto (se il giro è lungo) più o meno

a metà percorso. Alcuni sono chiusi sabato e domenica e non tutti hanno l'automatico.

Scegliere le difficoltà del percorso in base alle proprie capacità: è inutile fare gli eroi e

scoppiare dopo dieci minuti.

Bisogna affrontare comunque pezzi difficili, altrimenti non si impara mai.

Però dobbiamo graduare le difficoltà e chiedere a chi conosce il territorio delle varianti

meno impegnative se siamo senza energie.

Non vergogniamoci a dire che siamo scoppiati: chi è a corto di energie spesso si fa

male

 

Immondizia

Quando andiamo per boschi, e non solo, che siamo in moto o a piedi, ovviamente ci

porteremo porto indietro tutta l’immondizia che creiamo.

Quindi guai a seminare cartacce, involucri di panini, bottiglie vuote, ecc... Non

trasformiamo i boschi come discariche a cielo aperto.

Se notiamo dell’immondizia creata da altri motociclisti irrispettosi, raccogliamola

(zaino) e buttiamola via in un contenitore.

 

 

Suggerimenti di guida durante le escursioni

Consideriamo che gruppi di più di 5-6 moto sono difficilmente gestibili come

organizzazione: ci si perde spesso e si ha maggiore impatto ambientale.

Mai mai mai da soli! Possiamo farci male e non sempre il cellulare prende.

Possiamo anche perderci, oppure avere un guasto meccanico, o ancora essere bloccati

alla base di un sentiero e non essere in grado di tornare indietro.

Possono succedere tante cose...

Con chi uscire?

Chi non è espertissimo lo faccia con chi conosce i posti e ha più esperienza in genere.

Dichiariamo prima il nostro valore "enduristico" e scegliamo la compagnia più adatta: è inutile

girare col campionissimo se esce per allenarsi e non ha tempo di aspettarci, a meno che non

sia stato avvertito del nostro livello.

Comunque un po' di pazienza e tolleranza consentono a tutti di girare con tutti.

I vari forum e i motoclub sono una fonte spesso inesauribile di incontri e amicizie.

E non dimentichiamo gli Invitation Day, l’iniziativa creata apposta per far incontrare le

persone e conoscere nuove aree sicure in cui fare enduro.

Gruppi non significa gare.

Chi ha voglia di fare gare faccia la licenza. Ci sono apposta le manifestazioni sportive,

sia per fare a sportellate con amici e nemici, che per confrontarsi con il cronometro.

Durante le escursioni mantenere sempre un margine sulle variabili del percorso.

 

 

Ordine

Lasciamo in testa il più esperto e conoscitore del territorio, e non il più veloce: lui

conosce i pericoli del luogo meglio di altri. Chi è in testa deve guardare oltre le curve e

rendersi conto in anticipo di cosa sta succedendo.

Appena si avvista un ostacolo (cose, persone, animali) è buona regola alzare

immediatamente un braccio e frenare, calcolando che ci segue potrebbe non avere il giusto

spazio di frenata. Chi segue deve frenare e fare altrettanto: meglio interrompere l'azione che

causare incidenti.

 

Perdersi …

In gruppo di solito gli ultimi perdono contatto perché i primi "tirano". Armonizziamo,

quindi, le velocità in base al livello del gruppo: i primi devono sempre fermarsi ai bivii e

aspettare gli ultimi e poi ripartire.

E' molto importante per evitare i dispersi. Chi si perde, staccato dagli altri, può

entrare in panico: magari non sa dove si trova e quindi non sa cosa fare.

Prima regola: spegniamo il motore e stiamo fermi: cerchiamo di sentire i rumori degli

altri.

Se ci accorgiamo subito di dove sono, ripartiamo. Se, invece, capiamo dov’è la strada

giusta solo dopo un minuto o più, allora avviamoci ad andatura molto ridotta: è probabile che

qualcuno in testa stia tornando a cercarci: quindi, evitiamo il frontale.

Se non siamo assolutamente sicuri, stiamo fermi al bivio e aspettiamo.

 

e ritrovarsi

Succede a tutti, non sempre per incapacità; comunque enduro è anche spirito di

gruppo. Chi torna indietro deve farlo molto lentamente, a bassi giri, e cercare di sentire se il

compagno sta arrivando, dato che in pratica è in "contromano". Non dobbiamo tornare indietro

stando in mezzo al sentiero, ma anzi tenere il bordo destro (è il più istintivo).

Cerchiamo sempre di "sentire" il compagno. Nel dubbio, fermiamoci e urliamo.

 

Cosa portarsi dietro

Qui i pareri sono discordi. C’è chi porta con sé poco o nulla e chi un’officina

viaggiante. Cerchiamo di usare il buon senso. Se siamo in gruppo, può essere inutile che tutti

portino le stesse cose: ci si può dividere il peso e andare via più leggeri.

Poi molto dipende dalla lunghezza della trasferta: un giro di mezz’ora non equivale a

una trasferta di due giorni con notte passata in sacco a pelo in mulattiera (!!!).

In linea di massima, portiamoci dietro quello che serve per una veloce riparazione

della moto: bastano pochi ferri, una candela, qualche fascetta, nastro isolante o americano,

leve di ricambio, una corda, ecc… e poi sarà l'esperienza e le chiacchierate con gli altri a

definire il contenuto del nostro marsupio.

Se non vogliamo portarci tutto il peso addosso, possiamo “scaricarne” una parte nella

borsetta porta-ferri da fissare al parafango posteriore. E’ vero che alza e sposta un po’ il

baricentro, ma è anche opportuno fare la seguente considerazione: meglio perdere un po’ di

maneggevolezza o portarsi due chili legati alla vita?

 

Ognuno di noi ha la sua risposta.

Non dimentichiamo il cellulare: può salvarci la vita. Quindi, prima di partire,

scambiamoci i numeri di cellulare di tutti i componenti del gruppo.

 

Abbigliamento

Deve assolutamente essere completo. Se vogliamo risparmiare, piuttosto prendiamo

materiale usato ma adatto a offrire le migliori garanzie di protezione.

Facendo enduro si cade: nessuno escluso.

Il 99% delle cadute sono stupidate, soprattutto grazie ad abbigliamento adatto e

protezioni specifiche.

Grazie

Caro Lettore,

se hai letto fino a qui, probabilmente condividi la maggior parte delle raccomandazioni

inserite in questo documento.

Forse non ne avevi bisogno, perché il tuo comportamento è già più che encomiabile.

Forse, invece, qualcosa ti era sfuggito o non ci avevi dato troppo peso finora.

In ogni caso, aiutaci a mantenere vivo questo sport che molti vorrebbero far

soccombere, per motivi che, per lo più, nemmeno loro conoscono.

Applica queste semplici regole e diffondile a tutti i tuoi amici di enduro, di qualsiasi

età siano.

Infine, se hai suggerimenti da dare sei il benvenuto: più questo documento sarà

completo, letto e applicato e più avremo la possibilità di divertirci con la nostra moto.

Grazie per il tuo contributo

 

 

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