+40
Team Overforty®
+40 Overforty®
Via
Flumendosa 34 20132 Milano www.teamoverforty.com
pr@teamoverforty.com
Guida all’Enduro Sostenibile ed Eco-Compatibile
Gli autori di questo
documento, in primis Ottorino Piccinato, Marco
Forese, Sandro
Gozzi, Emanuele Motta, Beppe Bonardi, Silvano Tramonte e molti altri ancora, ti ringraziano
per la lettura e, soprattutto, per l’applicazione di quanto
proposto.
Questo documento si rivolge a
tutti gli appassionati di enduro e ha lo scopo di
impartire alcune raccomandazioni e norme di comportamento per la
pratica di questo nostro
amato sport.
L’enduro è uno sport
meraviglioso che oggi incontra però molti ostacoli. I percorsi in
cui è accettato l’enduro sono sempre meno, soprattutto nel
Nord Italia. L’endurista è visto
come un fracassone, un inquinatore, un disturbatore della
quiete pubblica, uno, quindi, da
additare e da screditare.
Purtroppo il fuoristrada è
vietato quasi ovunque, che ci piaccia o no. Per cui è difficile
il confronto con chiunque, a livello legale. Sarebbe vietato
anche abbandonare frigoriferi, ma
quelli non li beccano mai. Beccano le moto perché è facile
individuarle e sentirle arrivare. E poi
perchè gli idioti tra noi non sono pochi.
Quindi avremo sempre più gente contro.
Magari ingiustificatamente, ma
è così.
Sbancare una montagna per una
funivia fa infuriare molte persone, ma porta anche
molti introiti.
Un'impennata
in paese, o una sgassata in un bosco, invece, fa
infuriare e basta.
Quindi....
Il +40 Team Overforty®, in risposta a questa
situazione, propone la pratica di un
Enduro Sostenibile ed Eco-compatibile.
Le regole contenute in questo
documento sono semplici e di facile applicazione: i Piloti
del +40, oltre ad applicarle, si sentono in dovere di
“educare”, nel senso di informare, i colleghi
dell’endurata
quotidiana della loro esistenza.
Esiste un testo intitolato
"Trial e motoalpinismo", di Piero Kuciukian, Longanesi,
1982.
E’ interessante leggere come
già più di vent'anni fa ci si cominciasse
a porre il
problema delle regole, anche se la situazione non era certo
degenerata come oggi.
Questo documento ne riporta
alcuni passi significativi, fortemente integrati dalle
considerazioni più recenti, fatte a fronte di una situazione che si è
venuta a creare e alla quale
noi Piloti Overforty abbiamo il
dovere di portare rimedio, per chiudere la stalla prima che
scappino i buoi e non dopo.
Premessa
La pratica del fuoristrada in
moto non è tollerata ovunque.
Anzi, esistono molte
restrizioni in merito.
E' allo studio in Parlamento
una proposta di legge della FMI
http://www.senato.it/bgt/ShowDoc.asp?leg=14&id=00115356&tipodoc=Ddlpres&mod
o=PRODUZIONE
che consenta la circolazione regolamentata in modo univoco su
tutto il territorio
nazionale, relativamente alle strade a fondo naturale.
Non è ancora legge: sono
vigenti normative regionali differenti da territorio a
territorio, per cui nonostante tutto, siamo dalla parte del torto.
Questa guida vuole darvi una
mano ad avere il minore impatto ambientale possibile e
migliorare l'immagine dell'endurista.
Considerazioni generali
La proposta di legge a cui si
fa riferimento pone in essere una importante
distinzione:
ogni sentiero con larghezza di un metro e trenta può essere
equiparato a strada a fondo
naturale.
Per cui da qui in poi
parleremo di strada convenendo che si tratta di fondo
naturale,
ma non di fuoripista.
La distinzione è fondamentale
per potere tentare un dialogo con gli altri utenti e i
detrattori (guardie forestali, ecc).
Il fuoripista, l'entrare nel
bosco indiscriminatamente, nelle coltivazioni, nelle proprietà
private, è da evitare nella maniera più totale.
In Italia, dove le montagne
non mancano, sono possibili centinaia di itinerari
enduristici,
dai più facili ai più impegnativi, lungo strade militari, sentieri, mulattiere,
tra zone
incantevoli o addirittura deserte, abbandonate dai montanari scesi in
città in cerca di vita
diversa.
E’ opportuno ribadire il concetto che il libero uso di questo vastissimo
patrimonio
viabilistico da parte dei mezzi motorizzati dipende strettamente dal
grado di educazione di chi
usa tali mezzi.
Bastano
infatti pochi scriteriati su una di queste strade per veder spuntare
poco dopo
divieti e sbarramenti in tutta la zona, con conseguente danno per
tutti gli appassionati.
Il grande sviluppo della
pratica motofuoristradistica unito alla
immaturità civica di una
certa percentuale di praticanti sta mettendo in un allarme
eccessivo autorità, enti e proprietari
di fondi.
In molte zone sono già apparsi
i famigerati e non del tutto legali cartelli di
divieto di
transito ai motocicli.
Per arginare questa campagna e
per non dare ai nostri denigratori l’occasione per
eventuali azioni future, elenchiamo alcune norme di comportamento
che, se osservate,
consentiranno di mantenerci in buoni rapporti con i nostri
"antagonisti".
Il Rumore
Il nemico numero
uno del motociclismo è sempre stato, ed è tuttora, il rumore;
nessun altro aspetto dello sport motociclistico ha dato origine a
tante ordinanze e divieti
quanto l’inutile, stupido e ridicolo rumore che alcuni
incoscienti "cavano fuori" dalle proprie
motociclette.
Infatti la maggior parte delle moto fa rumore; e questo è un
problema perché, a parte
ad alcuni di noi, il rumore non piace a nessuno e fa sì che
tutti, sempre di più, si mettano
contro il motociclista/endurista.
Inoltre il rumore della nostra
moto impedisce di sentire la presenza degli altri
occupanti il territorio.
Non manomettiamo i
silenziatori originali. I moderni motori sono silenziati in modo da
ottenere le migliori prestazioni in un ampio arco del numero di
giri.
Inoltre una moto silenziosa fa
apparire più "signore" il suo proprietario.
Quindi, più silenzioso è il mezzo, e più garbata è la guida,
meglio è.
Sarebbe meglio utilizzare
scarichi a norme codice della strada ma ciò che incide
di più
è lo stile di guida. Uno scarico a norma FMI può passare
inosservato se chi guida non tuona a
ciel sereno!
Fumosità dei due tempi
La miscela per i motori due
tempi dovrà essere fatta nelle proporzioni esatte
indicate
dal costruttore. L’eccesso di olio è
inutile e dannoso. Controlliamo spesso la carburazione:
meglio leggermente povera che ricca, specialmente se si sale a
quote alte.
Coltivazioni
Non entriamo mai in campi
coltivati o seminati, in prati da taglio, ecc.
Se non ci fossero alternative,
costeggiare ai limiti, in fila indiana, cercando di lasciare
una sola traccia.
Il Bosco e i sentieri sono terreno di tutti
E’ proprio così, a partire da chi vuol farsi una passeggiata, da solo, col
cane, con la
famiglia... tutti hanno il diritto alle escursioni.
I sentieri sono quindi
frequentati anche da biciclette, cavalli, gitanti, cercatori di
funghi, e da veicoli motorizzati autorizzati (esempio carri
agricoli, taglialegna, ecc...).
Chi si avventura su una
mulattiera, lo fa sapendo che condivide lo spazio con altri: se
l'endurista deve
evitare i frontali con i trattori, nondimeno deve fare attenzione a tutti gli
altri
utenti.
Il rapporto con gli altri
Gli escursionisti sono coloro
che ci capiscono meno, perché pensano che arriviamo
sulle cime senza fatica, da cannibali, portandovi quella
motorizzazione che loro fuggono.
Non è solo per educazione, ma
la cosa migliore è il massimo rispetto e cortesia:
salutare chiunque si incontri, rallentare o spegnere la moto,
ringraziare chi si sposta per farci
passare, scusarsi sempre con chi eventualmente dovesse protestare:
99 su 100 hanno ragione
loro. Cerchiamo di evitare le
polemiche. Nella migliore delle ipotesi ci guasteremmo solo la
giornata.
In un sentiero, incontrando
qualcuno, è sempre meglio spegnere. Lasciamo che sia il
pedone a passarci a fianco. Se questi ci rivolge
la parola, togliamoci il casco, sia per poter far
vedere che non siamo dei ragazzini scatenati, sia per portarci al
loro livello. Infatti, il casco può
apparire come un’arma di difesa o di “offesa”. Il casco non deve
apparire come uno scudo
verso il dialogo: noi non siamo Black Block e usiamo il casco
solo per impedirci traumi da
cadute. Scopriremo che questo atteggiamento sarà apprezzato.
Immaginiamo sempre di trovarci
nella condizione opposta, cioè di essere noi a piedi e
avremo immediatamente l'atteggiamento corretto.
A molti di noi saranno
successi episodi di questo tipo: “Ieri ero tranquillo, ma, si sa,
ogni tanto si apre: sono arrivato in pieno all'imbocco di una
curva e lì a bordo sentiero c'erano
tre persone che si erano spostate. Mi sono fermato, ho salutato,
ho chiesto scusa. I primi 3
secondi di "incontro" erano neri... dopo il saluto e le
scuse mi hanno salutato con un sorriso.
Poi sono partito piano piano e ho aperto solo dopo 30/40 secondi dall'incontro”
Contadini
Lavorano negli stessi luoghi
che noi frequentiamo per divertirci e quindi devono avere
tutte le precedenze. Rallentare e salutare con un cenno è il
minimo che dovremmo fare. A
meno di spiacevoli quanto sporadici episodi, non sono loro i
nostri maggiori detrattori.
Proviamo a perderci e chiediamo
loro un’informazione: noteremo che, nella
stragrande maggioranza dei casi, ci daranno tutte le indicazioni che
vogliamo e che non
faranno alcun riferimento al fatto che siamo in moto.
Cavalli ed altri animali
Evitiamo i sentieri utilizzati
da cavalli; se non si hanno notizie in merito, verifichiamo
gli indizi (cacca) sul sentiero: dove c'è cacca c'è cavallo.
Il cavallo si spaventa
facilmente e ciò è un pericolo per tutti. Se si incontra
un cavallo,
spegnere immediatamente la moto e fermarsi. Meglio ancora, togliere
la moto dal sentiero e
attendere che i cavalli passino.
Se rispettati, i cavalieri
possono essere tolleranti più di altri utenti.
Apparentemente molto diversi,
in realtà hanno una affinità: cavalcano come noi per
diletto.
Con i cani facciamo
soprattutto attenzione: generalmente il cane difende un territorio,
altrimenti non ci saremmo neppure accorti di lui. Ci
evita, infilandosi nel fitto del bosco (lui ci
sente meglio).
E' probabile che tenti di
mordere. Quindi attenzione nell'allontanarvi a salvare gli
stinchi e gli stivali ma anche a non mettere sotto l'animale: i
danni sarebbero a carico nostro,
al dì là della moralità o meno dell'azione.
Mucche ed affini. Immaginiamo
di essere degli allevatori all'interno del recinto con
100 vacche da latte. E immaginiamo passi una moto a gas aperto. Le mucche
iniziano a
correre spaventate a morte senza fare caso all'allevatore
travolgendolo; una mucca non pesa
Per non
parlare poi delle mucche allo stato brado con vitello accanto. Questa non
scappa, ma ci rincorre e ci fa molto male!
Va anche detto
che hanno paura molto più del 2T che del 4T, per il semplice motivo
che il 2T come rumore si avvicina alla mosca e sopratutto al
moscone di cui loro hanno un gran
terrore.
Biciclette
Sempre massima attenzione.
Durante gli incontri, mai dare gas in modo aggressivo o
per sparare sassate.
Alle bici bisognerebbe sempre
dare strada il più possibile. Chi va in bici ha possibilità
di cambiare traiettoria e fermarsi molto ridotte rispetto a
chi va in moto.
Se, ad esempio, stiamo salendo
pedalando allo spasimo delle forze con la lingua fuori,
non sempre siamo in grado di variare la traiettoria.
Allo stesso tempo, nelle
discese le bici non si fermano come una moto...
Per cui, quando incontriamo
bici, rallentiamo a passo d'uomo e mettiamoci il più
possibile a destra. Al limite ci fermiamo.
Inoltre, se c'e' secco, in
caso abbiamo sorpassato un ciclista nel km successivo
andiamo pianino in modo da non alzare un nuvolone
di polvere che, mentre si pedala, non è
simpatica da mangiare a pieni polmoni. La stessa regola vale per
l’incontro con i pedoni.
Attraversamenti nei centri abitati
Rallentiamo al massimo
l’andatura, che peraltro dovrà essere più costante possibile,
mantenendo una distanza di circa cinque o sei metri fra i componenti,
che procederanno in fila
indiana. Evitiamo di fare
impennate ed altre esibizioni da circo.
Se vogliamo “darci del gas”
facciamolo dove possiamo dimostrare di esserne
veramente capaci (fuoristrada) e dove siamo assolutamente certi che
non rechiamo danno o
fastidio a nessuno.
Paesi, frazioni, cascine
Spesso si incontrano
piccole frazioni o cascine andando in fuoristrada.
E' probabile che nelle
vicinanze di queste ci siano mezzi agricoli e persone.
Persone significa
anche bimbi a piedi o in bici, animali, auto e mezzi agricoli: ciò può
significare un frontale. Quindi, massima
attenzione.
All'ingresso della frazione, gas
al minimo e attraversiamo il paese a passo d'uomo,
anche più lentamente di quanto gli stessi abitanti del luogo
procedono abitualmente.
Ricordiamoci che, oltre a “non
fare”, è bene anche “far vedere chiaramente che… non
facciamo”.
Se stiamo per attraversare una
cascina o un cortile, spegniamo il motore e
controlliamo se davvero non esistano percorsi alternativi.
Se decidiamo di procedere, non
guasterebbe spegnere il motore e spingere (ci siamo
abituati, no?) e godersi, anche noi, il silenzio e la tranquillità
del luogo: stiamo attraversando
una proprietà privata.
Se poi si scambiano quattro
chiacchiere con una coppia di vecchietti abbiamo tutto
da
guadagnarci. Enduro deve
significare anche armonia.
Usciti dalla frazione, si
riparte: possibilmente non spalancando il gas
immediatamente.
Non scappare!
Nel momento in cui ci fossero
incontri poco graditi con persone infuriate o Forze
dell’Ordine, è fondamentale non scappare (a meno che non
troviamo Dinamite Bla mentre
carica la doppietta): fa solo arrabbiare e basta.
Se ci beccano... ci beccano. In fin dei conti non abbiamo mica rubato niente.
La maggior parte delle volte
si riesce a chiarire la cosa e al massimo si prende un
cicchetto.
Altre volte si
incontrano persone apparentemente "contro" il "motocross
nei boschi",
però la cosa si risolve quasi sempre bene.
Ci si ferma, si saluta, si fan due chiacchiere (con il forestale, il fungaiolo, il canista, il
biciclettaro,
ecc...) e nella stragrande maggioranza dei casi la “disputa” si risolve in un
"ciao,
ciao, buona giornata".
Se di solito si deve essere educati, se si è in torto lo
dobbiamo essere ancora di più.
Per concludere:
se scappiamo abbiamo sempre torto. Se ci si ferma e si
parla,
possiamo far capire che non siamo animali.
Cancelli e sbarramenti
Frequentemente, lungo le
carrarecce interpoderali o i tratturi boschivi, si incontrano
sbarramenti mobili realizzati con paletti verticali e filo spinato. La
loro funzione è quella di
sbarrare il passaggio agli animali da pascolo e contenerli nelle
aree recintate.
Si possono incontrare aperti o
chiusi. Se sono aperti significa che:
1- Gli animali sono stati
spostati. Lo sbarramento è ben accostato al bordo
lasciando il passaggio completamente libero.
2- Lo sbarramento è stato malamente aperto quanto basta a consentire il
passaggio di una moto. Di solito si trova abbandonato in mezzo al passaggio
Nel primo caso non è
necessario chiuderlo; nel secondo caso è sempre meglio
chiuderlo. Prima di tutto per
evitare un possibile danno causato da un “collega” ed in secondo
luogo per non rischiare di beccarsi la colpa del misfatto nel
caso in qualcuno assista al nostro
passaggio.
Ovviamente nel caso in cui lo
sbarramento si trovi chiuso, possiamo aprirlo, usando
le
cautele necessarie a non danneggiarlo, per poi richiuderlo
immediatamente dopo il passaggio
del gruppo e cercando di rimetterlo nelle medesime condizioni
in cui lo abbiamo trovato.
Quando
andare a girare
Dovremmo cercare di andare in
giorni feriali, compatibilmente con i nostri impegni di
lavoro. Nei giorni di festa e
nei fine settimana, sono molte le persone che escono dalle strade
asfaltate alla ricerca di pace, silenzio, funghi e fiorellini… e non
certo di persone che aprono a
manetta e scatenano tutti i loro cavalli.
Quindi, se possibile, meglio il feriale.
Orari: a
meno che non si debba fare un giro che ci impegna tutta la giornata, è
preferibile uscire presto al mattino, in ore in cui gli altri
possibili frequentatori delle “nostre”
aree sono meno frequenti.
Inoltre, vi sono periodi dell’anno
in cui certe zone sono molto frequentate. In linea di
massima, una bella collina vicino alla città sarà molto meno
frequentata in inverno o con la
pioggia. D’altronde l’endurista è abituato un po’ a soffrire, no?
Dove
andare a girare
Programmiamo le nostre uscite
in luoghi impervi e difficili da raggiungere:
incontreremo meno persone, saremo meno individuabili e, inoltre,
probabilmente dovremo
inerpicarci su sentieri difficili. Quindi sarà un’ottima occasione per
allenarci e per esplorare e
vivere una natura più selvaggia: noi sappiamo bene che, se ci
comportiamo correttamente,
non facciamo alcun danno. Meglio non dare
nell’occhio.
Percorsi
Evitiamo i percorsi a
circuito, da fare più volte; molto meglio un itinerario più disteso
che abbia una sola partenza e un solo arrivo.
Accertarsi di arrivare nei
pressi di un benzinaio aperto (se il giro è lungo) più o meno
a metà
percorso. Alcuni sono chiusi sabato e
domenica e non tutti hanno l'automatico.
Scegliere le difficoltà del
percorso in base alle proprie capacità: è inutile fare gli eroi e
scoppiare dopo dieci minuti.
Bisogna affrontare comunque pezzi difficili, altrimenti non si impara mai.
Però dobbiamo graduare le
difficoltà e chiedere a chi conosce il territorio delle varianti
meno impegnative se siamo senza energie.
Non vergogniamoci a dire che siamo scoppiati: chi è a corto di energie spesso si
fa
male
Immondizia
Quando andiamo per boschi, e non solo, che siamo in moto o a piedi,
ovviamente ci
porteremo porto indietro tutta l’immondizia che creiamo.
Quindi guai a seminare
cartacce, involucri di panini, bottiglie vuote, ecc... Non
trasformiamo i boschi come discariche a cielo aperto.
Se notiamo dell’immondizia
creata da altri motociclisti irrispettosi, raccogliamola
(zaino) e buttiamola via in un contenitore.
Suggerimenti di guida durante le escursioni
Consideriamo che gruppi di più
di 5-6 moto sono difficilmente gestibili come
organizzazione: ci si perde spesso e si ha maggiore impatto ambientale.
Mai mai mai
da soli! Possiamo farci male e non sempre il cellulare prende.
Possiamo anche perderci,
oppure avere un guasto meccanico, o ancora essere bloccati
alla base di un sentiero e non essere in grado di tornare
indietro.
Possono succedere tante
cose...
Con chi uscire?
Chi non è espertissimo lo faccia con chi conosce i posti e ha più esperienza in
genere.
Dichiariamo prima il nostro
valore "enduristico" e scegliamo la
compagnia più adatta: è inutile
girare col campionissimo se esce per allenarsi e non ha tempo di
aspettarci, a meno che non
sia stato avvertito del nostro livello.
Comunque un po' di pazienza e tolleranza consentono a tutti di
girare con tutti.
I vari forum e i motoclub sono una fonte spesso inesauribile di incontri e amicizie.
E non dimentichiamo gli Invitation Day, l’iniziativa creata apposta per far
incontrare le
persone e conoscere nuove aree sicure in cui fare enduro.
Gruppi non significa
gare.
Chi ha voglia di fare gare faccia la licenza. Ci sono apposta le
manifestazioni sportive,
sia per fare a sportellate con amici
e nemici, che per confrontarsi con il cronometro.
Durante le escursioni
mantenere sempre un margine sulle variabili del percorso.
Ordine
Lasciamo in testa il più
esperto e conoscitore del territorio, e non il più veloce: lui
conosce i pericoli del luogo meglio di altri. Chi è in testa deve
guardare oltre le curve e
rendersi conto in anticipo di cosa sta succedendo.
Appena si avvista un ostacolo
(cose, persone, animali) è buona regola alzare
immediatamente un braccio e frenare, calcolando che ci segue potrebbe non
avere il giusto
spazio di frenata. Chi segue deve frenare e fare altrettanto:
meglio interrompere l'azione che
causare
incidenti.
Perdersi …
In gruppo di solito gli ultimi perdono contatto perché i primi
"tirano". Armonizziamo,
quindi, le velocità in base al livello del gruppo: i primi devono
sempre fermarsi ai bivii e
aspettare gli ultimi e poi ripartire.
E' molto importante per
evitare i dispersi. Chi si perde, staccato dagli altri, può
entrare in panico: magari non sa dove si trova e quindi non sa
cosa fare.
Prima regola: spegniamo il
motore e stiamo fermi: cerchiamo di sentire i rumori degli
altri.
Se ci accorgiamo subito di dove sono, ripartiamo. Se, invece, capiamo dov’è la strada
giusta solo dopo un minuto o più, allora avviamoci ad andatura
molto ridotta: è probabile che
qualcuno in testa stia tornando a cercarci: quindi, evitiamo il
frontale.
Se non siamo assolutamente sicuri, stiamo fermi al bivio e
aspettiamo.
… e ritrovarsi
Succede a tutti, non sempre
per incapacità; comunque enduro è anche spirito di
gruppo. Chi torna indietro
deve farlo molto lentamente, a bassi giri, e cercare di sentire se il
compagno sta arrivando, dato che in pratica è in
"contromano". Non dobbiamo tornare indietro
stando in mezzo al sentiero, ma anzi tenere il bordo destro (è il
più istintivo).
Cerchiamo sempre di
"sentire" il compagno. Nel dubbio, fermiamoci e urliamo.
Cosa
portarsi dietro
Qui i pareri sono discordi.
C’è chi porta con sé poco o nulla e chi un’officina
viaggiante. Cerchiamo di usare
il buon senso. Se siamo in gruppo, può essere inutile che tutti
portino le stesse cose: ci si può dividere il peso e andare via
più leggeri.
Poi molto dipende dalla
lunghezza della trasferta: un giro di mezz’ora non equivale a
una trasferta di due giorni con notte passata in sacco a pelo
in mulattiera (!!!).
In linea di massima,
portiamoci dietro quello che serve per una veloce
riparazione
della moto: bastano pochi ferri, una candela, qualche fascetta,
nastro isolante o americano,
leve di ricambio, una corda, ecc… e poi sarà l'esperienza e le
chiacchierate con gli altri a
definire il contenuto del nostro marsupio.
Se non vogliamo portarci tutto
il peso addosso, possiamo “scaricarne” una parte nella
borsetta porta-ferri da fissare al parafango posteriore. E’ vero
che alza e sposta un po’ il
baricentro, ma è anche opportuno fare la seguente considerazione:
meglio perdere un po’ di
maneggevolezza o portarsi due chili legati alla vita?
Ognuno di noi ha la sua
risposta.
Non dimentichiamo il
cellulare: può salvarci la vita. Quindi, prima di
partire,
scambiamoci i numeri di cellulare di tutti i componenti del gruppo.
Abbigliamento
Deve assolutamente essere
completo. Se vogliamo risparmiare, piuttosto prendiamo
materiale usato ma adatto a offrire le migliori garanzie di
protezione.
Facendo enduro si cade:
nessuno escluso.
Il 99% delle cadute sono
stupidate, soprattutto grazie ad abbigliamento adatto e
protezioni specifiche.
Grazie
Caro Lettore,
se hai letto fino a qui, probabilmente condividi la maggior
parte delle raccomandazioni
inserite in questo documento.
Forse non ne
avevi bisogno, perché il tuo comportamento è già più che encomiabile.
Forse, invece, qualcosa ti era
sfuggito o non ci avevi dato troppo peso finora.
In ogni caso, aiutaci a
mantenere vivo questo sport che molti vorrebbero far
soccombere, per motivi che, per lo più, nemmeno loro conoscono.
Applica queste semplici regole
e diffondile a tutti i tuoi amici di enduro, di
qualsiasi
età siano.
Infine, se hai suggerimenti da
dare sei il benvenuto: più questo documento sarà
completo, letto e applicato e più avremo la possibilità di
divertirci con la nostra moto.
Grazie per il tuo contributo
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